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Idee in saldo!

Qualche tempo fa abbiamo visto girare sul web i video creati da Zero, gruppo di giovani creativi che qualcuno definisce collettivo. La campagna promossa #coglioneno era relativa alle difficoltà di guadagnarsi da vivere e “portare a casa la pagnotta” in alcune professioni. La riflessione ha colto nel segno in diversi aspetti primo tra i quali sollevare per qualche tempo la problematica di uno scambio non più basato sulla valorizzazione del prodotto ma piuttosto sulla promessa di visibilità (o dai like su facebook).

Per quanto riguarda l’ambito fotografico, Roberto Tomesani dell’associazione Tauvisual ha proposto una riflessione simile qualche tempo fa su come “distruggere (o attuare) il sogno di essere fotografo”, che estenderei un po’ a tutti. Il video lo potete vedere qui.

Insieme, Zero e Tomesani,  li abbiamo visti alla conferenza allo IED di Milano: Il lavoro del creativo: riconosciuto, apprezzato… e sfruttato?

Non vorrei soffermarmi sul tema della creatività se appannaggio di pochi o di molti. Rimando per questo a un articolo che trovo interessante per porsi delle domande. L’articolo è tratto da Wired.

Mi piacerebbe, più che altro che ci fermassimo un po’ a pensare a come noi influiamo o influenziamo tale sistema in quanto credo siamo tutti un po’ coinvolti e forse responsabili.

Creativi o meno che ci riteniamo. Sono convinta che, in primis, da parte di coloro che si propongono, ci dovrebbe essere  una percezione reale del proprio saper fare. Saper fare che non è dato solo da un’improvvisarsi un lavoro, ma coltivare cultura e competenze che possano formare davvero alla professione che si va ad intraprendere. Avere idee è certamente la base. E le idee non si possono svendere.

Dall’altra parte, per coloro che “comprano o fruiscono di un servizio”, serve una percezione reale della valorizzazione di quel prodotto/servizio. Nulla è gratis ma si fonda su uno scambio di dare e avere continuo. Inseguire il prezzo più basso, senza considerare la professionalità e le idee, porta a una caduta di qualità e ad una perdita per tutti. Ed anche qui credo, serva uno sviluppo di cultura per fare in modo che non si decada in un’appiattimento di proposte che va a sminuire le vere idee.

Siamo tutti responsabili. Poniamoci la domanda su come e cosa possiamo cambiare nel nostro piccolo.

 

 

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